Miniproroga del Superbonus al 31 dicembre

E’ quanto hanno deciso i partiti di maggioranza per decisioni condominiali prima del 24 novembre mentre avanza la proposta sblocca crediti per disincagliare 5 miliardi di euro rimasti nei cassetti fiscali di imprese, serramentisti e impiantisti.

Avanza la proposta tra i partiti della maggioranza di governo per una miniproroga del 110% per i condomini al 31 dicembre. Fino a questa data si potrebbe depositare la Cilas ma solo se autorizzata da delibere condominiali prese prima del 25 novembre.

Miniproroga… sedativa

Insomma, un contentino per calmare gli animi di migliaia di proprietari rimasti spiazzati dal decreto Aiuti quater che ha introdotto il doppio paletto di delibere e di Cilas entro il 25 di novembre. La miniproroga è peraltro anche un contentino al ministero dell’Economia e delle Finanze preoccupato per lo sforamento, rispetto agli stanziamenti di legge, del Superbonus. A fine novembre, vedi news, gli investimenti nei lavori da  Superbonus si sono trasformati in 64 miliardi circa di oneri per lo Stato. A bilancio gli stanziamenti previsti erano stati solo 33. La nota dolorosa è destinata a crescere.

Cessioni sotto tiro

Rimane sempre vivo il grande problema dei 5-6 miliardi di euro derivanti da bonus edilizi incagliati nei cassetti fiscali di imprese di costruzione, serramentisti e impiantisti, nonché clienti finali. L’ipotesi che avanza è quella di trasformare i crediti in finanziamenti garantiti dallo Stato.

Il Superbonus secondo il Cresme

Ha suscitato molto interesse il Rapporto congiunturale dell’Istituto di ricerca sul mondo delle costruzioni sugli effetti del Superbonus. Secondo il Cresme il provvedimento ha generato 106 miliardi di investimenti in più tra il 2020 e il 2022, rispetto al 2019. Assolutamente importante è il numero di posti di lavoro creati stimato in 460 mila. Il Superbonus ha contribuito al 22% della crescita del PIL. Mica poco. Mentre il provvedimento si affievolisce scendendo al 90% e meno, si teme una ricaduta negativa sulle costruzioni e sulle filiere di fornitura. I lavori di riqualificazione residenziali scenderanno nel 2003 del 9% mentre le opere pubbliche, generate in particolar modo dal PNRR, saliranno secondo il Cresme del 41%. Il trend negativo continuerà, ahinoi, nel 2024.

a cura di Ennio Braicovich