Economia

Caro energia. E si fermano le aziende, denuncia Assomet

Tra le imprese di metalli non ferrosi il primo stop viene dalla Portovesme Srl, del gruppo Glencore, produttore di zinco e piombo, che ha 400 dipendenti diretti. La causa è la crescita incontrollata dei prezzi dell’energia

Servono immediati interventi per riportare i prezzi dell’energia, di gas e elettricità, e delle emissioni di CO2 (ETS) ad un livello sostenibile che consenta alle imprese di affrontare la ripresa economica e la transizione ecologica in corso. È questo il grido d’allarme di Assomet, l’associazione dei metalli non ferrosi che segue a stretto giro di posta quello lanciato da Assovetro (vedi news). Un grido d’allarme condiviso peraltro da milioni di consumatori e di famiglie che vedono salire alle stelle le loro bollette di gas ed elettricità.

Conseguenze del caro energia

Importanti imprese del settore si avviano alla sospensione delle attività senza possibilità di prevedere quando riaprire. Come sottolinea Aurelio Regina, responsabile energia di Confindustria: “questo andamento dei prezzi energetici rende di fatto insostenibile l’attività produttiva, ma anche procedere sul percorso della decarbonizzazione così come è stato disegnato. In queste condizioni le imprese non sono in grado di andare avanti nella transizione”.

Doppio danno, dunque. Ma c’è di più. Il caro energia determinerà ulteriori vincoli alle forniture di semilavorati già problematico a causa dei bassi livelli di stock e delle criticità sulla catena logistica internazionale.

Conseguenze per i consumatori

Il comparto della metallurgia non ferrosa, settore strategico per la transizione energetica e le tecnologie correlate, è particolarmente penalizzato da questa situazione. Spiega Assomet: “le sue attività sono ad alta intensità energetica e prevalentemente volte alla produzione di semilavorati. Con gli attuali prezzi dell’energia, la competitività, ed in alcuni casi la continuità, dell’esercizio economico sono messi in forse. I suoi problemi si trasferiranno a valle da un lato in aumento dei prezzi per i consumatori e dall’altro nell’aumento della difficoltà di reperire manufatti, come già si sta verificando in altri comparti della manifattura”.

Occorrono misure urgenti

L’auspicio dell’associazione dei metalli non ferrosi è che l’esecutivo metta in campo in tempi brevi le azioni necessarie a superare l’emergenza. Occorre riportare il settore manifatturiero italiano nelle condizioni di poter continuare ad operare, nonché interventi strutturali che possano consentire di prevenire analoghe crisi in futuro.

NB: il prezzo della CO2 sul mercato europeo ETS (Emissions Trading Scheme) rappresenta il valore dei permessi delle emissioni concessi alle industrie più energivore.

Immagine in alto: doc. Terna

a cura di EB