Normativa

Decreto Requisiti Minimi in revisione ma l’H’T farà danni cancellando le facciate vetrate

Il coefficiente H’T rimarrà per gli involucri largamente vetrati (che quindi sono messi al bando). Lo ha confermato l’ing. Roberto Nidasio del CTI in un intervento al Convegno Nazionale di ANIT

Il Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015 è oggi il punto di riferimento per i calcoli di efficienza energetica degli edifici. Un decreto definito spesso rivoluzionario ma con tanti problemi. Uno soprattutto per gli involucri ampiamente vetrati causato dall’introduzione del coefficiente H’t, che appare essere unico al mondo. E’ il coefficiente medio globale di scambio termico (in pratica è la trasmittanza termica) dell’involucro che presenta valori così bassi da essere raggiungibili solo con prodotti dai costi elevatissimi.

H’T: i valori massimi ammissibili secondo il DM 26 giugno 2015, App. A

Un vero incubo per i progettisti, i committenti, le industrie del vetro in edilizia e delle facciate vetrate. Un coefficiente che impoverisce il nostro panorama architettonico e lo depriva della cifra stilistica che segna l’architettura moderna in tutto il mondo.

Della revisione del Decreto Requisiti Minimi e di tre grandi problemi che esso ha scatenato nel mondo della progettazione ha parlato l’ing. Roberto Nidasio del CTI in un intervento al sempre molto interessante Convegno Nazionale di ANIT tenutosi ieri a Milano. Nidasio è il coordinatore del Gruppo Legge 10/90 del CTI-Comitato Termotermico Italia, ente federato dell’UNI, che assicura lo sviluppo delle normativa tecnica in campo termotecnico, e fa anche formazione e ricerca & sviluppo. Il Gruppo Legge 10/90 del CTI assicura il supporto tecnico in materia termotecnica al MISE-Ministero dello Sviluppo economico ricevendone un supporto economico.

Il Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015 ha quasi subito mostrato numerose criticità. Era appena stato pubblicato che il Ministero aveva dovuto emettere di corsa una prima corposa serie di FAQ che erano state stilate sostanzialmente dall’Enea e dal Gruppo Legge 10/90 del CTI. Passava neanche un anno che nell’agosto 2016 che arrivava la seconda bordata di FAQ. Anche questa non è bastata, tranquilli, perché era necessario stilare una terza serie che “staziona” da tempo allo studio del Ministero ma non si sa quando verrà pubblicata.

Da tempo si pensa a una profonda revisione del Decreto Requisiti Minimi del 26 giugno 2015. L’ing. Nidasio ha ipotizzato che una buona occasione per vederla apparire potrebbe essere quando verrà recepita la Direttiva 844 dello scorso maggio (vedi news) che revisiona l’EPBD, la 2010/31 ovvero la direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici, e che dovrebbe essere recepita entro il maggio 2020. Per inciso la Direttiva 844 modifica pure un’altra direttiva, la 2012/27/UE sull’efficienza energetica.

I problemi principali del Decreto Requisiti Minimi sono:
-il coefficiente H’T, coefficiente di trasmittanza termica dell’involucro opaco e trasparente, che di fatto elimina dal panorama architettonico italiano gli edifici dall’involucro ampiamente vetrato;
-la trattazione dei ponti termici che pone problemi difficili da risolvere nel caso di ristrutturazioni;
FER, Fonti Energie Rinnovabili ex Decreto 28 che impone una quota di energie rinnovabili come il fotovoltaico, che non sempre è possibile adottare nel caso degli edifici non residenziali con alti carichi di raffrescamento (l’esempio citato è quello della Torre Isozaki di Milano).

Dopo un paio di anni di studi, riunioni e dibattiti il CTI ha offerto al Ministero le proprie proposte in merito.

H'T secondo il CTI
Le tre proposte per l’H’T al CTI al MISE

Per il coefficiente H’T il Gruppo Legge 10/90 ha proposto tre soluzioni per:
edifici nuovi: si propone di mantenere la verifica. Insomma si lasciano le cose così come stanno con la conseguenza che gli involucri ampiamente vetrati vengono messi al bando;
ristrutturazioni di I livello: si propone un H’T variabile in funzione della percentuale di superficie vetrata e zona climatica;
ristrutturazione di II livello: si propone di eliminare la verifica in quanto già vengono verificate le singole trasmittanze.

E’ vero, ha affermato il coordinatore del Gruppo Legge 10/90, che l’H’T limita la liberta del progettista (e, aggiungiamo noi, anche quella del committente). Tuttavia al MISE avrebbero ribattuto che si tratta di un decreto sull’efficienza energetica e che se una tecnologia pone dei problemi dal punto di vista dell’efficienza è naturale che essa venga limitata.

Il ragionamento ministeriale non farebbe una grinza se gli edifici largamente vetrati fossero tanti e ampiamente diffusi e fossero energeticamente inefficienti. Vero è che essi sono molto pochi rispetto all’universo immenso di edifici, residenziali e non, che sono in classi energeticamente pessime. Al punto che dal 15 ottobre al 15 aprile in tutta la Val Padana circola aria irrespirabile (motivo per cui siamo multati dalla Unione Europea) dovuta non tanto alle auto che peraltro circolano tutto l’anno ma alle emissioni degli impianti di riscaldamento di case energivore ed inquinanti. Avrebbe fatto meglio il legislatore con il suo braccio tecnico a concentrarsi su questo immenso patrimonio immobiliare dove il tasso annuo di efficientamento è molto basso e dove il pur attraente bonus condomini non riesce a scalfire l’immobilismo degli italiani. In ogni caso gli edifici ampiamente vetrati e simili oggi sono progettati in maniera da presentare consumi al metro quadro/anno molto bassi e comunque molto più bassi dei consumi medi del nostro fatiscente patrimonio edilizio.

Appena apparso l’H’T era stato messo subito sotto accusa dall’ing. Valeria Erba, presidente di Anit (vedi news)  e del direttore tecnico di Unicmi ing. Paolo Rigone (vedi news).

Il coefficiente H’T ha già suscitato una interrogazione in Parlamento (vedi news) e proteste da parte di numerosi progettisti nonché le proteste di Unicmi e di altre associazioni e le nostre. Non esiste altro paese al mondo che presenti una simile sciocchezza. Sarà l’Italia il primo paese al mondo a bandire le facciate vetrate? Spero vivamente di no. Peraltro il nostro è un paese dove è viva e forte la tradizione dei costruttori di involucri vetrati, tra i migliori al mondo, che saranno costretti a rivolgersi sempre più all’estero non solo per la perenne crisi della nostra edilizia ma anche perché una manina improvvida ha voluto punire il vetro e gli involucri vetrati.

Ennio Braicovich

Nella foto: Edificio per uffici, via Santander, Milano. Progetto di Mario Cucinella