Normativa

Prodotti a base legno. Germania viola norme formaldeide

Il commissario europeo al mercato interno Thierry Breton in una lettera di risposta a 34 eurodeputati afferma che l’Ordinanza sulle emissioni di formaldeide nei prodotti a base legno è contraria al diritto dell’Unione europea ed è quindi nulla. Con essa la Germania ha violato il diritto comunitario ed è quindi passibile di infrazione.

Il commissario europeo al mercato interno Thierry Breton dichiara che la Germania, emanando in maniera unilaterale un’Ordinanza che fissa i livelli di formaldeide nei prodotti a base legno, ha deliberatamente violato il diritto comunitario ed è quindi passibile della procedura di infrazione.

I livelli di emissioni della formaldeide dei prodotti a base legno nella Repubblica Federale Tedesca sono stati abbassati unilateralmente a partire dal 1° gennaio da un’Ordinanza pubblicata nella Gazzetta ufficiale tedesca (Bundesanzeiger) del 26.11.2018. Il provvedimento riguarda i prodotti a base di legno grezzi o rivestiti (pannelli di particelle, compensato bilanciato, legno a lamine e pannelli di fibra). L’elenco dei prodotti della serramentistica e delle finiture per la casa in cui vengono utilizzati semilavorati a base legno che contengono formaldeide è lungo: porte interne, rivestimenti per porte blindate, finestre in alluminio/legno e in legno/alluminio, cassonetti, pannellature, controsoffitti, zoccolini, pavimenti, scale, mobili…

Come noto, la formaldeide, sostanza altamente volatile e dannosa per la salute, viene utilizzata come collante per produrre i semilavorati a base legno.

La decisione tedesca di dimezzare unilateralmente i livelli di emissioni di formaldeide dei prodotti a base legno è stata contestata nei mesi addietro dall’European Panel Federation (EPF), l’organizzazione europea di rappresentanza dei produttori di pannelli, presieduta dall’italiano Paolo Fantoni. Due i rilievi fatti alla Ordinanza tedesca: aver introdotto unilateralmente regole più restrittive e metodi di test diversi, che vanno a limitare la libera concorrenza all’interno del mercato unico e ingenerano confusione nel consumatore finale. Per di più va a discapito delle aziende non tedesche che sono state costrette a sobbarcarsi costi aggiuntivi per adeguarsi a una norma che, nella pratica, ha creato una barriera commerciale.

Dopo l’emanazione dell’Ordinanza sono seguite azioni di pressione di FederlegnoArredo e di altre Federazioni europee, interrogazioni al Parlamento di Strasburgo e un procedimento presso il tribunale di Colonia contro la Repubblica di Germania da parte della Fantoni di Osoppo assieme all’industria belga Unilin. Infine, la presa di posizione del commissario europeo al mercato interno Thierry Breton contenuta in una lettera di risposta a 34 eurodeputati in cui afferma che l’Ordinanza è contraria al diritto dell’Unione europea ed è quindi nulla. Con essa la Germania ha violato il diritto comunitario ed è quindi passibile di infrazione.

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a cura di Ennio Braicovich