Economia

Rapporto Enea sul Superbonus: poco efficace e costa troppo

Il Corriere della Sera dà conto di un recentissimo e riservato Rapporto Enea sul Superbonus che fa un primo bilancio del Superbonus 110%: minore efficienza energetica rispetto all’ecobonus 65% e bolla speculativa sui prezzi dei componenti edilizi. Possibili conseguenze europee.

Sta già facendo rumore nel mondo della politica e dell’edilizia un recentissimo e riservato Rapporto Enea sul Superbonus 110% ripreso in larga sintesi dall’articolo “Superbonus 110%, dubbi sui costi. Più caro rispetto ai precedenti sconti “. Lo pubblica il Corriere della Sera di domenica 10 ottobre.  Autorevole la firma dell’articolo: Federico Fubini, economista, giornalista e scrittore, vicedirettore del giornale di via Solferino. Che su Twitter e Linkedin così riassume il senso del pezzo: “Costi triplicati in pochi mesi e sempre minore riduzione della CO2 per ogni euro investito. Il #Superbonus del 110% rischia di diventare un caso di scuola di “moral hazard”: quando ogni disciplina di spesa viene meno, perché tanto paga tutto lo Stato”.

Quest’ultima osservazione non è nuova e neanche sorprendente. Era stata fatta da tanti commentatori, anche su queste pagine. Significa, aggiungiamo noi, anche che le briglie ideate dal legislatore per controllare i costi, come il riferimento ai prezziari regionali e DEI, e le asseverazioni, non hanno funzionato.

Altro dato da notare: Fubini non invita a eliminare il Superbonus ma a modificarlo in maniera significativa. Infatti afferma: ” Se non cambia qualcosa, quell’incentivo potrebbe finire nel capitolo relativo a quello che gli economisti chiamano «moral hazard»: il «rischio morale», la possibilità che gli operatori speculino con il denaro e lo sprechino quando sono loro a poterlo mobilitare ma non sono loro a risponderne per qualunque inefficienza e per i loro stessi eventuali errori”.

Il Rapporto Enea sul Superbonus

Il documento traccia un bilancio del provvedimento fotografando la situazione degli interventi asseverati al 23 settembre quando i progetti ammessi al Superbonus erano 38 mila. Già a fine settembre, notiamo, i progetti asseverati erano saliti a 46 mila secondo i dati ufficiali Enea pubblicati qui. A parte questo dettaglio, innegabile merito del Superbonus è stato quello di aver riattivato gli investimenti nell’edilizia sostenibile che solo un anno primo erano praticamente azzerati.

Come tutti ricorderanno, il Superbonus contenuto nel DL Rilancio è stato immaginato e pubblicato nel periodo più disperato dell’economia e dell’edilizia italiana. A fine anno 2021 Enea stima in 51 mila i progetti asseverati per investimenti pari a 7,9 miliardi che per lo Stato diventeranno un costo di 8,7 miliardi di euro. Ma quale l’impatto del provvedimento? e a vantaggio di chi? Gli effetti, afferma il Rapporto Enea sul Superbonus secondo il Corriere della Sera, sono in chiaroscuro.

Prima osservazione

Secondo lo studio, l’impatto ambientale risulta meno efficace dell’ecobonus 65%, il che significa efficienza energetica in calo. Il vecchio ecobonus 65% era più efficace nel ridurre le emissioni inquinanti. Il raffronto con l’ecobonus 65% è impietoso: qui vi era una chiara contrapposizione di interessi tra committente, privato o condominio, e i fornitori di opere e componenti. Il che contribuiva a frenare i prezzi delle forniture e a meglio controllare la qualità delle opere. Ma il Rapporto aggiunge un dato che oggi solo l’Ente può conoscere: “Con le misure attuali l’efficacia ambientale è di circa il 28% inferiore per ogni euro investito e infatti, pur spendendo più del doppio di prima, si arriva solo a modeste riduzioni supplementari delle emissioni”.

Seconda osservazione

Gli interventi asseverati presentano costi strabilianti dei componenti quali pannelli isolanti, impianti di riscaldamento, schermature solari e infissi. Citiamo dal Corriere della Sera: “Enea mostra che il costo per ogni singola parete isolante, per ogni singolo infisso, schermatura solare o impianto di riscaldamento di nuova generazione è raddoppiato o addirittura triplicato con il Superbonus attuale rispetto all’Ecobonus in vigore fino a metà del 2020. In parte ciò è senz’altro dovuto al forte aumento di domanda. Forse però alcuni forzano sui prezzi e trovano poca resistenza, perché il proprietario immobiliare sa che sarà del tutto indennizzato”.

Sulla base dei propri dati, immaginiamo, Enea stima che l’aumento medio sulle caldaie a condensazione è del 286%, sulle schermature solari è del 225% e sugli infissi del 208%. Aumenti che solo in parte sarebbero giustificabili con l’aumento delle materie prime.

Conseguenze europee?

Il finale dell’articolo è tutt’altro che lieve. Scrive Federico Fubini:  “E’ noto che il Superbonus è finanziato per 13,9 miliardi con i fondi europei del Recovery. La Commissione Ue dovrà esaminare il dossier e potrebbe esitare a concedere il via libera agli esborsi, se vedesse che i costi unitari degli interventi sono doppi o tripli rispetto al resto d’Europa e l’impatto ambientale è tutt’altro che efficiente”.

L’articolo sta producendo anche effetti politici interni come la reazione del Movimento 5 Stelle che si è fatto subito sentire in merito con un comunicato (vedi news) pubblicato sulle pagine Facebook dei deputati Riccardo Fraccaro, Luca Sut e Patrizia Terzoni.

A questo punto i ministeri dello Sviluppo economico e dell’Economia farebbero solo del bene al Paese se rendessero pubblica la versione integrale del Rapporto Enea sul Superbonus.

a cura di Ennio Braicovich