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Reinvestire gli utili: come faro del successo

Nel mondo del serramento, l’esempio di Fapim traccia la strada del virtuosismo economico

Quando l’Osservatorio PMI di Global Strategy, durante la sua decima edizione, ha posto l’attenzione sul reinvestire gli utili, il percorso tracciato sembrava l’unico percorribile per poter aspirare al successo. Dopo pochi mesi le aspirazioni e i piani di qualsiasi imprenditore sono cambiati radicalmente a causa della pandemia globale ancora in corso, ma la spia del virtuosismo aziendale sembra essere rimasta la stessa.

Salendo il gradino della grandezza aziendale si trovano casi eclatanti anche tra le multinazionali. Apple iniziò a pagare i dividendi agli azionisti solo nel 2012, ma solo perché i guadagni erano diventati tali da essere quasi ingiustificabili come reinvestimento, così come per Amazon, che sotto la guida di Jeff Bezos ha sempre blindato la distribuzione di denaro per reinvestire gli utili e puntare sulla crescita.

Non è sempre facile mantenere posizioni di questo tipo, sia nei confronti degli shareholders che degli stakeholders, ma mettere a sistema un investimento sostenibile e virtuoso sembra l’unica strada percorribile per avere una buona proiezione sul medio periodo (almeno).

Nel mondo del serramento, un esempio di percorso iniziato prima della pandemia nel 2019, ma tenuto ancora ben saldo alle prime aspettative, è quello di Fapim. Oggi il 10% del fatturato aziendale viene impiegato in nuovi investimenti, secondo un trend che vede 30 milioni di euro di investimenti previsti nel periodo 2019-2024. A fine maggio scorso sono iniziati i lavori del nuovo magazzino automatico, che avrà una capienza di 11 mila pancali e si affiancherà al magazzino automatico già presente, raddoppiando la capacità di stoccaggio dell’azienda.

Questo importante investimento, perseguito con tenacia dalla proprietà anche durante la pandemia, sosterrà la politica aziendale di crescita dei prossimi anni, portando ad una completa riorganizzazione della logistica interna con un aumento del 30% degli spazi produttivi (2021-2023) e del 50% della capacità produttiva (2023-2025).

Inoltre, sempre in primavera sono iniziati i lavori della nuova sede Fapim a Slupno, alle porte di Varsavia. La Polonia è un mercato storico e molto importante per Fapim ed era giunto il momento di ingrandirsi. Anche in questo caso si tratta di un investimento importante, con un capannone industriale di 650 mq di magazzino e 280 mq di uffici con un design moderno e funzionale per rispondere al meglio alle esigenze di uno dei mercati più vivaci per l’azienda toscana ampliando notevolmente il magazzino esistente e creando uno showroom all’altezza dei prodotti che l’azienda da tanti anni propone con successo in quel paese.  Si tratta di una base importante per lo sviluppo futuro dell’azienda e del mercato.

Tra gli investimenti di Fapim degli ultimi anni spicca inoltre quello sulle persone. Non solo cubature per la crescita aziendale, ma soprattutto competenze, esperienza, responsabilità e condivisione valori. Per questo negli ultimi quattro anni l’azienda di Altopascio ha investito oltre 20.000 ore in formazione, 50% su softskills e crescita individuale con 40 diversi corsi di formazione l’anno. Inoltre, solo tra il 2019 e il 2020, sono state 42 le assunzioni (4 ingegneri, 11 tecnici e 27 addetti alla produzione) a fronte di 15 uscite soprattutto per pensionamenti con un saldo attivo di +27 in 2 anni (2019 e 2020). Reinvestire gli utili significa anche forza lavoro, oltre che ristrutturazioni e ammodernamenti.

 

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