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Serramenti, clienti litigiosi e cause legali. Broglio, Confartigianato: Ora vi spiego come difendersi con successo…

Falegname, normatore, presidente di Confartigianato Legno Samuele Broglio è pure Consulente Tecnico di Parte. Aprirà il Forum Serramenti 2016 di Bologna sul come difendersi nelle liti temerarie e pretestuose

Che la litigiosità in Italia sia in crescita è un fatto assodato. Che molte cause siano pretestuose pure. Non a caso se ne sta occupando pure il Parlamento con un provvedimento di legge che introduce sanzioni per chi ha agito o resistito in giudizio in malafede con richieste di danni basate su motivazioni e presupposti infondati o temerari. E questo capita anche ai produttori e rivenditori di serramenti. Di questo fenomeno è testimone Samuele Broglio, contitolare di falegnameria, normatore a livello nazionale ed europeo, presidente di Confartigianato e da quasi una decina d’anni CTP-Consulente Tecnico di Parte e in tale veste frequentatore di aule di tribunali.

Con una premessa: non tutti gli operatori del settore sono…innocenti come gigli di campo. E in effetti Broglio precisa subito: “Posso permettermi di scegliere le cause per le quali battermi.  E scelgo quelle in cui mi rendo che conto che c’è da parte della controparte del serramentista la volontà di individuare in maniera assoluta un vizio soprattutto in quell’area che sta il promesso e il venduto. Comunque gli operatori seri devono rendersi conto che è finito il tempo in cui bastavano la parola data e una stretta di mano. Questa è una società in cui il singolo cerca di far valere solo i propri diritti dimenticando che ci sono anche i doveri e confermo che la litigiosità è in aumento”.

E allora è tempo di difendersi da clienti litigiosi (e magari danarosi).  Un esempio? Broglio ne tira raffica una bella serie. Vedi il caso assolutamente eclatante della signora che ordina uno scorrevole da 600 kg e si stupisce che la figlioletta non riesca ad aprirla o a chiuderla. E quindi cita in giudizio il falegname che, per sua fortuna, aveva ben scritto nel preventivo “si consiglia la motorizzazione”. Oppure il caso di quel signore lombardo che ordina un portone e consegna lui stesso al serramentista delle formelle in ceramica da fissare sulle ante. E poi, visto il risultato finale, si inalbera affermando: “Il risultato finale è pessimo, le formelle non vanno bene. Lei non doveva montarle e doveva dirmi che il portone veniva male”.

C’è il caso altrettanto sorprendente di un signore che, dopo nove anni dalla consegna dei serramenti, cita il falegname per un vizio congenito del prodotto. Esaminando i manufatti, è emerge che il legno s’era gonfiato a dismisura e vi sono perfino i funghi, tutti sintomi di un probabile lungo stazionamento in esterno dei serramenti prima dell’installazione. 

Non mancano gli operatori che perdono una causa per disattenzione come quel serramentista che ha fornito dei serramenti a battente a un cliente che nel corso dell’opera cambia idea e li vuole ad anta ribalta con vetro tenda incorporato. Il risultato è stata una bella differenza di 11 mila euro tra preventivo e fattura finale. Una differenza che ha scatenato le ire del cliente e quindi la citazione in Tribunale. E il giudice ha dato ragione al cliente sostenendo che il suo diritto all’informazione era stato leso. Il serramentista non aveva informato pienamente il cliente del sostanzioso aumento della cifra finale.

In ogni caso è meglio star lontani dai tribunali in genere e quelli italiani in particolare. Di cause lunghe e costose ce n’è fin troppe. E allora per evitare giudizi, costi e spiacevoli sorprese ci sono alcune semplici regole da rispettare che saranno al centro della relazione che il presidente di Confartigianato Legno terrà a Bologna il 15 giugno, a Forum serramenti.

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(eb)