Economia

Acquisto dei crediti ecobonus. Chi offre di più?

Con l’entrata in campo di Poste Italiane è cambiato il quadro del mercato della cessione del credito per superbonus e soprattutto ecobonus

L’ acquisto dei crediti di imposta da interventi di Ecobonus, Bonus Casa, Bonus Facciate, Fotovoltaico e Centraline di ricarica è un mercato che ha ricevuto settimana scorsa un forte scossone con l’entrata in campo, a gamba tesa, di Poste Italiane (vedi news). L’offerta dell’operatore  si può tradurre in due cifre: 103/110 per il Superbonus e 89.41/100 per l’Ecobonus, Bonus Casa ecc..Come si può agevolmente verificare utilizzando il simulatore.

Naturalmente per valutarla completamente occorrerebbero ulteriori dettagli: documentazione richiesta, costi di gestione della pratica, tempi di attesa e tempi di ritorno, nome ed esperienza dell’operatore della piattaforma che gestirà la validazione della pratica ecc. Ma queste sono considerazioni che valgono per tutti gli operatori finanziari che da agosto in poi si sono aperti all’ acquisto dei crediti superbonus ed ecobonus e che non possono vantare l’esperienza pluriennale di Enel X, Alperia ed altre Esco, rimaste monopoliste di questo mercato fino a qualche settimana fa.

Le percentuali di acquisto dei crediti di imposta

Per fornire un quadro più dettagliato e aggiornato delle offerte sul mercato abbiamo realizzato il grafico che propone in scala discendente le percentuali di acquisto dei crediti di imposta per gli interventi come la sostituzione degli infissi, l’installazione delle schermature solari che vanno sotto l’Ecobonus, gli interventi di ristrutturazione edilizia (sotto il Bonus casa), il rifacimento delle facciate sotto il bonus Facciate, l’installazione di impianti fotovoltaici e di centraline di ricarica di auto elettriche. Tutti interventi con quote annuali di compensazione fiscale in 10 anni, per i quali l’articolo 121 del DL Rilancio n. 34 ha previsto la possibilità di cessione dei crediti di imposta e di sconto in fattura, aprendo a banche e istituzioni finanziarie.

La palma d’oro spetta a Poste Italiane con l’89.41% seguita da Fineco con l’85% e quindi Carige con l’81,12%. Segue una indistinta platea arroccata sull’80% e composta da Banca Sella, BCC, BNL, Intesa, Mediolanum e Montepaschi. Ultime risultano a oggi con il 78% Crédit Agricole e Unicredit. Ma anche qui occorre fare attenzione. Leggendo bene la documentazione di Crédit Agricole si può notare la scritta che parla di rendimenti minimi. Il che lascia ben sperare in un ritocco verso l’alto.

Mancano tutte le assicurazioni che finora hanno snobbato Ecobonus, Bonus Casa e simili a favore degli interventi di Superbonus.

35 milioni di clienti

Certamente, da qualche giorno, fa molta differenza l’entrata nel settore dell’acquisto dei crediti ecobonus di Poste Italiane con i suoi 12.800 Uffici postali, 536 miliardi di euro di attività finanziarie e 35 milioni di clienti. Tra i quali molte persone anziane che in tema di soldi si fidano molto di più del proprio impiegato delle poste che di altri. Persone che magari potrebbero decidere di vivere più confortevoli spendendo meno di riscaldamento con il cambio di serramenti, persiane, scuri e tapparelle cedendo il relativo credito di imposta a Poste Italiane a tariffe top senza aspettare i lunghi 10 anni di detrazione che oggi prevede la normativa fiscale.
Sicuramente rimane il problema della gestione delle pratiche che non è semplice e che rischia di spegnere facili entusiasmi. Spazio si apre per chi gestisce le piattaforme di interfaccia tra clienti e cessionari e per chi offre servizi di consulenza ad hoc, cosa che già sta già succedendo in diverse regioni. Non fosse altro perché il costo delle pratiche è pure esso detraibile.

La concorrenza sull’ acquisto dei crediti c’è

Oggi possiamo dire che la concorrenza sull’ acquisto dei crediti c’è ed ha fatto il suo effetto e magari contribuirà a far lievitare verso l’alto i troppi 80% presenti in tabella e che ha fatto pensare ad accordi di cartello tra banche.
Non sarà molto contento chi finora ha praticato alti tassi per l’acquisto dei crediti e che dovrà rimodulare la propria offerta. Forse stiamo tornando alla normalità: i clienti comprano serramenti con i soldi presi a prestito dalle banche, se non hanno i soldi, le banche vendono soldi, i produttori realizzano serramenti e i rivenditori li vendono, oppure prendono i crediti dai clienti, li cedono alle banche ottenendo soldi scontati in cambio. Ad ognuno il suo mestiere.

a cura di Ennio Braicovich