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Come salvare le detrazioni fiscali per gli infissi e l’ambiente. Il punto dell’ing. Tisi

Vasi comunicanti. Interviene in punta di diritto l’ing. Giovanni Tisi proponendo una suggestiva ipotesi: abrogare il comma H dell’articolo 16/bis del TUIR per salvare il risparmio energetico e l'ambiente

Ospitiamo molto volentieri l’opinione dell’ing. Giovanni Tisi, esperto del settore serramenti, in merito agli strumenti per salvare le detrazioni fiscali distintive per la sostituzione degli infissi salvaguardando gli interessi dei clienti e l’ambiente. L’ipotesi è molto suggestiva e raffinata, anche se di difficile realizzazione nei tempi brevi che impone il ddl Legge di Bilancio 2018 che è da approvare entro fine anno. (eb)


In merito al ventilato abbattimento della detrazione fiscale dal 65% al 50%, da più parti si è segnalato il rischio che ciò porti alla installazione di serramenti meno performanti che godono della stessa aliquota di detrazione tramite l’articolo 16/bis del TUIR-Testo Unico sulle Imposte dei Redditi.
Oltretutto, si sostiene, passando da tale strada, si evitano gli eventuali costi relativi alla pratica ENEA (che, in verità, quando si tratta del mero allegato F per la sostituzione dei serramenti in una singola unità immobiliare, raramente superano le decine di euro per il cliente finale).

Questo travaso da una legge all’altra (a parità di detrazione) è consentito dal fatto che il TUIR, che prevede lo sgravio del 36% delle spese di manutenzione straordinaria, percentuale innalzata annualmente al 50% a partire dal 2013, è andato via via arricchendosi di commi che riportano le diverse fattispecie di lavori incentivabili come ‘Ristrutturazione Edilizia’.
In particolare, il comma H, ammette la detrazione delle spese sostenute con finalità di Risparmio Energetico, anche in assenza di opere edili propriamente dette.

Art. 16H bis del TUIR

 

È evidente che dal 2007, quando la Legge 296/06 ha introdotto la detrazione del 55% poi innalzata al 65%, specificamente per il Risparmio Energetico tale comma è pleonastico.
La Legge 296/06 prevede tutti i casi di interventi che portano al risparmio energetico; fissa i criteri di accesso, le modalità di comunicazione e i limiti da rispettare (di solito più restrittivi di quelli minimi).
Ha comportato la creazione di un apposito portale (che, a onor del vero, ha dimostrato in 10 anni di svolgere egregiamente il suo dovere) e consente a ENEA di quantificare immediatamente i risparmi conseguiti grazie alle politiche di incentivazione.
Forse, a voler essere proprio critici, dopo 10 anni, si potrebbe anche dare qualche limata ai limiti di trasmittanza delle varie strutture, anche perché l’uscita dei Decreti sui cosiddetti Requisiti Minimi, ha reso le tabelle un po’ obsolete, ma questo è un altro discorso.
Il punto centrale è che tutto questo impianto, rischia di essere mandato in soffitta per la sopravvivenza, ‘motu proprio’, in un’altra legge che non c’entra nulla con gli obiettivi di risparmio energetico, di un comma ormai largamente obsoleto, pensato un ventennio fa.

Ecco, credo che, per una volta, il Legislatore dovrebbe pensare a togliere, a cancellare, piuttosto che a mettere o a modificare: abrogando il comma H dell’articolo 16/bis si evitano le scappatoie di comodo.
Il Risparmio Energetico continuerebbe a passare da ENEA che lo contabilizza e lo certifica; la manutenzione straordinaria è cosa diversa e continuerebbe a sfruttare il comma B, con la presenza di un tecnico asseverante che redige CILA e relativa relazione Ex Legge 10.
Diversamente, davvero, si rischia una figuraccia anche in sede comunitaria dove vedremmo i nostri indicatori di risparmio energetico precipitare miseramente; il tutto, solo per colpa di un vecchio arnese rimasto incastrato negli scaffali.

Art. 16H bis del TUIR