Normativa

Posa dei serramenti e UNI 11673-1. Mora, LegnoLegno: “Formazione ma anche corretta informazione pre-contrattuale”

Come conciliare la riuscita dell’operazione di posa con la responsabilità di progettazione del nodo di posa? Il direttore del Consorzio: “Occorre trovare una soluzione caso per caso, specie là dove non vi è progettista”

Sarà un intervento cardine quello di Stefano Mora al Forum Serramenti di Primavera del 29 giugno a Bologna. Il titolo della relazione è semplice e lineare: “Posa a regola d’arte secondo UNI 11673-1”, la nuova norma (vedi news) che, assieme alla UNI 10818 rivisitata (vedi news), cambia le regole del mercato del serramento.

Sui problemi dell’installazione il Consorzio LegnoLegno ci lavora da una decina d’anni. Non a caso, assieme ai membri del Gruppo di Lavoro UNI, il suo direttore ha avuto il compito di coordinare la stesura della nuova norma. Un problema che è emerso con vigore negli ultimi dieci anni. Non che in precedenza non ve ne fosse coscienza. Il fatto è che negli ultimi 10 anni in edilizia sono emersi tanti nuovi elementi che l’hanno posto sul podio: le direttive europee sull’efficienza energetica e le leggi italiane al seguito, anzitutto. E poi, riflette Mora: “Vi è stato il prorompente emergere di nuove tecnologie e materiali correlati alla posa in opera. Includerei anche la marcatura CE dei serramenti che sembrava aver appiattito tutto e tutti e che ha fornito una forte spinta ai produttori verso la competizione e la diversificazione, e quindi alle attività di ricerca, sperimentazione e ideazione di nuovi profili per serramenti, mentre si sviluppavano nuove tecnologie di rivestimento termoisolante degli edifici imposte dalle leggi”.

Anticipazioni

A tutto ciò possiamo aggiungere che le tecnologie di progettazione e fabbricazione dei serramenti sono migliorate in maniera consistente. I prodotti oramai, in generale, forniscono ottime prestazioni. Tutto ciò ha contribuito a far affiorare con forza il problema dell’installazione. E quindi: “Più recentemente, nel quadro della collaborazione tra le associazioni, è emersa la necessità di avere delle linee guida normativa per la progettazione dei sistemi di installazione. Il risultato è affiorato a marzo con la pubblicazione della norma UNI 111673-1. Una parte 2 della norma è in via di elaborazione sulla qualificazione del personale di posa. Più avanti si prevede una terza parte probabilmente sulla verifica della posa. Quindi: progettazione, esecuzione e verifica in sito di ciò che è stato fatto”.

E’ una norma di sicuro interesse anche a livello europeo. “Esistono diversi schemi di qualificazione dell’installazione come il RAL – evidenzia l’esponente di LegnoLegno – ma non mi pare che esistano negli altri paesi delle norme così specifiche di approccio prestazionale sul tema della posa come la nostra”. Anche a livello di posa delle chiusure tecniche, tagliafuoco e vie di fuga l’UNI è stato il primo ente nazionale a elaborare una norma in merito. Non sempre siamo ultimi, vien da dire…

Chi progetta la posa?

Quanto al serio problema di “chi progetta cosa” là dove non vi è un progettista né un termotecnico di riferimento, come capita in gran parte dei lavori di sostituzione, Mora mette in luce: “Credo che tocchi al serramentista individuare le soluzioni più opportune”. Come, dunque, conciliare il buon esito dell’intervento di posa e dall’altro la progettazione della posa che non è propria del mestiere di serramentista?

La norma UNI 10818 è chiara al proposito. Inoltre, all’interno della UNI 11673-1 i riferimenti alle norme termotecniche sono così numerosi da far capire subito che ci si muove su un terreno che spetta ad altri. Come noto, le variabili di ‘cantiere’, della costruzione e dello stile di vita dei clienti sono pressoché infinite.

Caso per caso

Mora: “Molto dipende dal tipo di intervento.  Bisogna trovare un punto di equilibrio tra le due problematiche. In questo quadro il tema della ventilazione dei locali è assolutamente importante e non possiamo dimenticarlo. Altrimenti, ci arriva come contenzioso dopo. Quindi, a mio avviso, si tratta di sviluppare delle competenze e delle capacità, anche attraverso la collaborazione di un progettista specializzato, e di informare correttamente il cliente sui rischi che possono esserci. Ci vuole, quindi, una corretta informazione pre-contrattuale. La soluzione è da rinvenire caso per caso, con discrezione. Il problema di fondo, ripeto, è ventilare i locali per evitare condense e muffe. C’è un problema di igiene e salute degli occupanti ancor prima delle muffe. E così si vive anche meglio”.

(eb)

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