Economia

Segnali di crescita PIL: +0,3%. Quella tendenziale: +0,7%

Secondo l’Istat si registra una crescita del Pil pari al 0,3% nel primo trimestre dell’anno. E’ la crescita più alta dal 2011.

I dati comunicati dall’Istat per il primo trimestre del 2015 sono positivi. Il Pil è cresciuto dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso. I risultati sono superiori alle attese degli analisti (+0,2%) e agli ultimi 13 trimestri, tutti chiusi con il segno negativo. Il + 0,3 è la crescita più alta dall’inizio del 2011, un dato che secondo gli analisti significa “una chiara inversione di tendenza”.

Secondo Istat servono però due trimestri positivi consecutivi per decretare la fine della recessione. La crescita evidenziata dall’Istat è la sintesi di un aumento del valore nei comparti dell’agricoltura e dell’industria e di una sostanziale stazionarietà in quello dei servizi.
Nel rapporto sulle “Prospettive per l’economia italiana nel 2015-2017”, pubblicato il 7 maggio, l’Istat ha previsto per il 2015 un aumento del prodotto interno lordo italiano dello 0,7% in termini reali e dell’1,2% nel 2016. La fine della recessione – sempre secondo l’Istituto di statistica – dovrebbe arrivare nel 2017 (+1,3%) assieme al calo della disoccupazione.
Nel 2015 la domanda interna al netto delle scorte contribuirà positivamente alla crescita del Pil per 0,3 punti percentuali, quella estera netta per 0,4 punti percentuali. Nel biennio successivo il rafforzamento ciclico determinerà un apporto crescente della domanda interna (+0,8 e +1,1 punti percentuali) mentre il conseguente aumento delle importazioni favorirà una diminuzione del contributo della domanda estera netta nel 2017.

Nel 2015 la spesa delle famiglie segnerà una variazione positiva dello 0,5% in termini reali, a seguito del miglioramento del reddito disponibile. Nel successivo biennio, si prevede un rafforzamento dei consumi privati (+0,7% e +0,9%) sostenuto da un graduale aumento dell’occupazione.

Gli investimenti torneranno a crescere nell’anno in corso (+1,2%), stimolati dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito e delle aspettative associate a una ripresa della dinamica produttiva. Il processo di accumulazione del capitale è previsto riprendere a ritmi sostenuti nel 2016 (+2,5%) e con maggior intensità nel 2017 (+2,8%).

All’aumento dell’occupazione (+0,6% in termini di unità di lavoro) si accompagnerà una moderata riduzione del tasso di disoccupazione che, nel 2015, si attesterà al 12,5%. Nel 2016, il tasso di disoccupazione diminuirà al 12,0% e le unità di lavoro registreranno un aumento significativo (+0,9%). Tale evoluzione proseguirà con maggiore intensità nel 2017, con una discesa del tasso di disoccupazione all’11,4% e una crescita delle unità di lavoro dell’1,0%.

Il tasso di crescita del Pil per l’anno corrente è stato rivisto al rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto al quadro previsivo diffuso a novembre 2014. Le previsioni incorporano le misure descritte nel quadro programmatico contenuto nel Documento di economia e finanza diffuso ad aprile 2015.

Il commento del ministro Padoan è chiaro: “Il dato sul Pil “è superiore alle nostre aspettative. È presto per cantare vittoria, ma è il segnale della svolta impressa dalle politiche del Governo. Con il mix di riduzione di tasse, sostegno a consumi, stimolo a investimenti e riforme abbiamo creato le condizioni per cogliere la finestra di opportunità determinata dal QE e dal calo del petrolio”.

Per chi volesse saperne di più ecco il testo integrale del rapporto Istat.