Normativa

Tagliafuoco. Prima riunione del Gruppo Produttori di Acmi

Sì è svolta il 9 aprile presso l’hotel Art&Hotel di Stezzano (Bergamo). Tanti e importanti i temi discussi che coinvolgono produttori, installatori e professionisti

Il Gruppo Produttori Tagliafuoco di ACMI, associazione delle chiusure tecniche, si è riunito per la prima volta lo scorso 9 aprile presso l’hotel Art&Hotel di Stezzano (Bergamo). La riunione, che ha visto la presenza di una ventina di produttori, soci e non soci, è stata presieduta e coordinata congiuntamente dal presidente ing. Nicola Fornarelli e dall’ing. Gianrico Delfino, responsabile tecnico-normativo dei prodotti Tagliafuoco. Presente, con consigli e suggerimenti, anche l’arch. Mario Sanvito, responsabile normativo di Acmi, nonché la redazione di Nuova Finestra.

Tanti gli argomenti trattati. In cima a tutto il resoconto dell’incontro del 18 marzo al Ministero dell’Interno con il Comando dei Vigili del Fuoco per una presa di contatto in vista della revisione del Codice Prevenzione Incendi e per ribadire e tutelare le esigenze dei produttori alla luce dei problemi che non mancano: l’esigenza di controlli sul mercato, gli accessori e la loro intercambiabilità, l’esigenza di una posa qualificata, la formazione dei professionisti della sicurezza antincendio.

E poi c’è la sostituzione delle numerose porte obsolete presenti sul mercato, non marcate e non omologate, prive di ogni documentazione, che costituiscono un problema per i manutentori che si assumono spesso responsabilità pericolose pur di non perdere i lavori. Anche se mancano dati e riscontri certi, è da presumere che molte di queste porte antiche meriterebbero di essere sostituite per un molto probabile decadimento delle prestazioni di protezione dagli incendi.

Del resto si sono domandati molti dei presenti se è vero che la durata massima di un estintore antincendio è di 18 anni perché vi sono sul mercato porte tagliafuoco che oramai hanno durata di vita di 40 e forse 50 anni? In effetti una norma del 2013, la UNI 9994-1, introdusse il concetto di estintore fuori servizio per fornire al tecnico manutentore una serie di criteri per ritirare dispositivi inefficaci o potenzialmente pericolosi. Tra i criteri introdotti dalla norma vi è la “Vita massima” dell’estintore di 18 anni, oltre la quale il dispositivo va essere messo fuori servizio. Almeno che si ottenesse, con modalità tutte da charire, la sostituzione delle porte antecedenti all’obbligo di omologazione.

Altro tema forte il passaggio non del tutto chiaro dal regime dell’omologazione nazionale alla marcatura CE secondo EN 16034, soprattutto alla luce di una norma, quella delle porte interne EN 14351-2 che non si sa quando verrà inserita nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione quale norma armonizzata. Del resto non si conosce neppure la durata del periodo di coesistenza che verrà assegnata dalla Commissione. E’ una situazione da monitorare attentamente assieme ai colleghi della Federazione europea delle Chiusure Tecniche, l’EDSF di cui Acmi è socia. Tra le iniziative assunte recentemente da EDSF vi è una lettera alla Commissione per ottenere chiarimenti su una situazione – quella della EN 14351-2 -che rischia di penalizzare tutto il mercato.
Gli argomenti non sono mancati in questa prima riunione del Tagliafuoco Acmi. Oltre a quelli già citati: l’istituzione di un servizio tecnico associativo per rispondere alle domande dei soci, il servizio norme, le emergenti tende tagliafuoco (vedi news), il DL 106 che riguarda tutta la fileira delle costruzioni.

In ultimo, ma nnn meno importante, l’annuncio del secondo Convegno Closing a fine giugno che avrà una sezione importante dedicata al Tagliafuoco.

Una prima valutazione a caldo della riunione la dà il presidente Fornarelli: “Acmi vede lo sviluppo del settore Resistenza al fuoco come uno degli obiettivi strategici dell’associazione. La riunione è stata un primo importante momento di confronto con soci e non soci, dove si sono raccolti tanti stimoli e idee che saranno utili per colloquiare con il Ministero dell’Interno, per potenziare l’attività associativa al fine di qualificare ulteriormente produttori e installatori senza dimenticare i professionisti della protezione antincendio”.

Scende nel dettaglio l’ing. Delfino: “Punto di partenza di questa nostra attività è il passaggio dai regimi omologativi nazionali alla marcatura CE. Tale passaggio comporta rilevanti modifiche tecniche e procedurali. A questo si aggiunge l’applicazione e la revisione del Codice Prevenzione Incendi (DM 03 08 2015), che comporta anch’esso importanti novità di ordine tecnico. Da tutto ciò deriva l’importanza di istituire un contatto continuativo sia con gli enti europei che con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco che Acmi, assieme alle Federazioni Finco e a EDSF, può garantire”.
(eb)