Economia

USA, compravendite: meglio le case esistenti che le nuove

Sono buone le prospettive dell’economia USA nel secondo semestre 2014. La crescita del PIL è intorno al 3%. Le compravendite immobiliari crescono per le case esistenti

Sono buone le prospettive dell’economia USA nel secondo semestre 2014. Lo segnala l’analista di mercato e corrispondente dagli Usa Donato Grosser (www.grosserconsulting.com). In un quadro di crescita economica del PIL, solidità del sistema
bancario e abbassamento del tasso di disoccupazione continuano ad
aumentare le vendite di case esistenti.

La National Association of
Realtors
(NAR), la potente associazione degli immobiliaristi, ha
rilasciato i dati delle vendite di case esistenti (existing home sales)
relativi a luglio 2014: l’aumento è stato del 2,4% rispetto al mese
precedente a un tasso annuale stagionalizzato di 5,15 milioni di unità,
il livello più elevato dall’inizio dell’anno. Le vendite rimangono però
sotto del 4,3% rispetto al luglio 2013, il cui valore di 5,38 milioni
aveva rappresentato il picco dello scorso anno. Secondo il capo
economista della NAR Lawrence Yun, “il numero di case in vendita è
maggiore rispetto a un anno fa e l’aumento dei prezzi più attenuato
rende i potenziali acquirenti meno riluttanti a entrare nel mercato.

Al contrario, quest’anno la domanda di case di nuova costruzione si è
fermata con i consumatori che hanno diretto i loro acquisti a case
esistenti. Mentre nel mese di luglio le vendite di case nuove sono
calate del 2,4% rispetto al mese precedente, quelle di case esistenti
sono aumentate. Le vendite di case nuove costituiscono solo il 10% degli
acquisti di abitazioni ma sono molto importanti per l’economia
dell’indotto. Le abitazioni esistenti offrono una maggiore selezione e
inoltre costano in media di circa il 20% meno di quelle nuove.

Secondo un rapporto sulla situazione economica degli Stati Uniti pubblicato dalla Federal Reserve Bank di San Francisco, si prevede una crescita del PIL a un tasso annuo leggermente superiore al 3% da qui al 2015 (figura a destra).

La situazione nel mercato del lavoro è migliorata in modo sostanziale e il tasso di disoccupazione è in continua discesa. Ora si trova al 6,2% e si prevede che alla fine del 2015 sarà attorno al 5,3% (figura a sinistra).

Un segno positivo è l’aumento delle persone che stanno rientrando nel mercato del lavoro dopo molti mesi nei quali avevano cessato di cercare una nuova occupazione. Il tasso d’inflazione è ancora al di sotto del 2%.

Nel complesso il sistema finanziario statunitense appare solido.

Le capital ratios (che rappresenta il rapporto tra il patrimonio della banca e le sue attività ponderate in base al rischio) delle banche sono migliorate, il livello del leverage (il rapporto tra il capitale netto dell’istituto e il totale delle attività) del settore finanziario è relativamente basso e il sistema gode di ampia liquidità.

Nota dolente: un terzo degli americani è in ritardo nel pagamento dei debiti.Secondo uno studio pubblicato a fine luglio dallo Urban Institute, il 35% degli americani sono in ritardo nei pagamenti dei debiti.

Questo significa che il ritardo nei pagamenti è superiore a sei mesi e i debiti sono stati affidati ad agenzie di recupero crediti. Gli Stati degli USA con le percentuali più elevate di consumatori con crediti in sofferenza (oltre al 40%) sono Alabama, Arkansas, Florida, Georgia, Kentucky, Louisiana, Mississippi, North Carolina, Nevada, New Mexico, South Carolina, Texas e West Virginia. Il Nevada è al “primo” posto con il 46,9%. I 77 milioni di americani con debiti affidati ad agenzie di recupero crediti hanno un debito medio di $ 5.200.